1) Cosa l’ha spinto a scrivere questo libro?
L’ispirazione è nata dall’esigenza di rappresentare la perdita di valori dell’individuo nel mondo moderno, quest’ultima affrontata – all’interno del romanzo – con la morte delle persone a cui il protagonista vuole bene. L’interrogativo di fondo che il romanzo si pone è: come si sopravvive in un modo caotico e globalizzato in cui niente sembra realmente duraturo e vicino? Cosa accade alla nostra moralità una volta che abbiamo perso tutto?
2) Quale messaggio intende trasmettere alle generazioni più giovani?
Il messaggio che intendo trasmettere è: ribellatevi a un mondo che intende definirvi e schiacciarvi in virtù delle regole imposte dalla massa! Cesare Borbone, il protagonista del romanzo, riesce nell’impresa di trovare la sua libertà e autenticità anche nella perdita; nella morte; nell’isolamento; nella rinascita. Come direbbe Chuck Palahniuk (Fight Club): “È solo dopo aver perso tutto che siamo liberi di fare qualsiasi cosa.”
3) Qual è lo scopo di un romanzo di formazione, secondo lei?
Lo scopo di un romanzo di formazione è far percepire al lettore l’evoluzione di un personaggio, da un punto iniziale a un punto finale. Il romanzo di formazione è la metafora della vita: niente si ferma, tutto scorre, tutto cambia. La forza di questo romanzo è l’inscindibilità del protagonista con il tempo: gli eventi che lo colpiscono rappresentano un continuo cambiamento dell’individuo e della società, fino alla completa metamorfosi.