1) Cosa l’ha spinto a scrivere questo libro?
"Il Diamante" è nato in silenzio, nel tempo, cresciuto dentro di me con forza e pazienza, come una nota che vibra nell’anima prima ancora di toccare i tasti del pianoforte o la punta della penna. È venuto alla luce lentamente, poco alla volta, ascoltando il suono dei miei pensieri, dei miei ricordi, delle emozioni che bussavano da tempo, chiedendo di essere accolte. L’ho scritto per bisogno, ma anche per amore: per dare voce a ciò che molto spesso tace, per vestire di versi quello che le parole comuni non riescono a dire. Ogni poesia è un pezzo di me, una faccia del mio personale diamante, una nota, un respiro, un battito che mi ha fatto e mi fa sentire vivo. La scrittura, insieme alla musica, è stata il mio rifugio, uno sfogo, uno strumento per attraversare il dolore, per assaporare le passioni, per gustare gli attimi e accendere piccole luci nella notte dell’anima. Un diamante, dopotutto, nasce sotto pressione. E io ho cercato di restituire, in queste pagine, la bellezza che può nascere anche dalla fatica di vivere, dal turbamento e dallo sconvolgimento che la realtà può portare nella vita di ciascuno.
2) Quale messaggio intende trasmettere alle generazioni più giovani?
Vorrei dire loro di non avere paura di sentire e di mettere a nudo le proprie emozioni. Di vivere, a pieno, davvero, anche quando fa male, anche quando sembra tutto confuso, fragile, inutile. Ogni passo, anche quello più incerto, è parte del cammino. E ogni emozione, se accolta, può diventare seme di bellezza. Il mio augurio per i giovani è quello di imparare a essere capaci di cercarsi, di scoprirsi, di scegliersi ogni giorno, e di non perdere mai la capacità di sognare. Mi piacerebbe che questo libro diventasse per loro una carezza nei momenti difficili, un invito a restare fedeli a sé stessi, a non temere la profondità, ma anche uno stimolo a riconnettersi con la realtà in un mondo sempre più artificiale, freddo, che ci nasconde dietro profili, schermi snaturando a poco a poco le parti più autentiche dell’essere umano. Perché anche nel buio, anche nel caos, c’è una melodia che ci appartiene, basta solo imparare ad ascoltarla.
3) Pensa che la poesia sia un mezzo per trasmettere valori autentici e condivisibili?
Sì, lo credo profondamente. La poesia è la musica del cuore, è una voce che vibra oltre le parole, tocca corde che spesso non sappiamo nemmeno di avere. In un mondo dove tutto scorre in fretta, dove il rumore copre spesso il silenzio delle emozioni vere, la poesia è un atto di resistenza. È un luogo intimo e universale dove potersi ritrovare e guardarsi davvero. Nei miei versi, nelle riflessioni, in tutto ciò che scrivo, cerco di esprimere la verità, anche quando fa male, anche quando si nasconde dietro una metafora o una pausa. Scrivere è come comporre una melodia senza spartito: lasciarsi andare e lasciar parlare l’anima. La poesia è un atto di amore per sé stessi, di ribellione, di libertà, di resilienza e di resistenza. Di quell’umanità che ci rende vulnerabili e meravigliosi.