Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

 Il desiderio di far conoscere la vicenda umana e politica di una giovane donna   che dalla vivace e colta Napoli borbonica degli anni ‘50,  scossa da fermenti rivoluzionari, dove   si è mossa, ancora ragazzina, tra popolane, carcerati e spie straniere per  aiutare detenuti reclusi  e favorirne contatti   con l’amica Inghilterra, una volta realizzata l’unità d’Italia, per amore accetta di vivere in provincia di Avellino, lontana dalla sua Napoli e dal mondo che ha contribuito a creare. Una donna moderna, affascinante, che vince il silenzio che la circonda e minaccia di soffocarla, allevando alla meglio i suoi  numerosi figli e  trovando nella scrittura la libertà che la società le nega.

Quale messaggio intende trasmettere alle generazioni più giovani?

 Vorrei suscitare nei giovani curiosità con una sorta di  iniziale “spy  story” per avvicinarli poi  alla scoperta di una figura inedita di moglie e madre, tradizionale custode della pace familiare, ma anche acuta osservatrice di ciò che accade nella vita politica del nuovo stato sabaudo, inascoltata e frustata Cassandra a cui nessuno presta ascolto. Altro desiderio: avvicinare i giovani agli archivi e alle carte di famiglia perché   vi scoprano le tante storie che giacciono addormentate in attesa, perché ne comprendano l’attualità e le amino e le conservino per le future generazioni.

Quale scopo possono avere le vicende storiche per una riflessione sul presente?

In un mondo nel quale tutto è volatile e sfuggente, il pensiero narrativo può aiutare ad evitare semplificazioni e banalizzazioni. I racconti sono la materia prima per dare un senso al nostro presente, alle cose, alle persone, agli eventi in corso, Anche una storia come questa può aiutare a creare un percorso nuovo per il futuro!