1) Cosa l’ha spinto a scrivere questo libro?
Posso dire che mi hanno spinto a scrivere “Te lo dico sul muro” una persona e una città. La persona è stata Martina Banchetti, una delle mie professoresse di italiano presso la sede di Siviglia della Società Dante Alighieri dove ho frequentato le lezioni degli ultimi livelli di italiano (sono madrelingua spagnola). Lei, che considero la mia maestra di letteratura italiana, inseriva la letteratura nelle sue lezioni e mi ha spinto a intraprendere l’appassionante avventura di scrivere il romanzo direttamente in italiano, affiancandomi durante il percorso di scrittura. Poi, la meravigliosa città di Viterbo mi ha spinto a sceglierla come scenario dell’azione che si svolge nel romanzo. Viterbo, dove ho soggiornato diverse volte dal 2007 per motivi di lavoro, è la mia città italiana di adozione e anche la “casa” del mio romanzo. Le numerose e bellissime scritte d’amore sui muri distribuite lungo le vie e piazze del centro storico della città della Tuscia mi diedero l'ispirazione fino al punto di inserirne ventiquattro di esse nella trama del romanzo. Così, “Te lo dico sul muro” è anche il mio omaggio a Viterbo, dato che il romanzo mette in mostra la città attraverso il riferimento alle vie e piazze dove si svolge l’azione.
2) Quale messaggio intende trasmettere alle generazioni più giovani?
Credo che attraverso “Te lo dico sul muro” le generazioni più giovani possano cogliere un messaggio sul valore di impegnarsi in maniera matura con la coppia man mano una storia d’amore si evolve, quando lo scintillio e la passione dell'inizio lasciano il posto ai primi problemi. Il romanzo ha come protagonista Miranda, una ragazza all’ultimo anno del liceo che si innamora del solito ragazzo bello ma strafottente. Il loro rapporto si evolverà con nuovi ingredienti appena lei entrerà all’università e poco dopo si presenterà un problema nella coppia, vicende che ho usato come alibi per introdurre il messaggio in questione nel romanzo. Un altro messaggio che penso i lettori, giovani e meno giovani, possano percepire è quello di imparare ad apprezzare la bellezza nelle sue molteplici forme. Nel romanzo, questo messaggio è incarnato dallo sguardo curioso e meravigliato del protagonista maschile, Carlos, professore di spagnolo di Miranda, che osserva con occhi appassionati la bellezza di Miranda e anche della città di Viterbo.
3) Qual è il ruolo delle parole nel susseguirsi delle vicende della vita?
Credo che le parole, insieme alla musica, siano la colonna sonora della vita, così come le immagini sono l'abito che la vita indossa affinché noi possiamo percepirla. Le parole hanno l'enorme potere di contrassegnare, definire o qualificare idee, oggetti o persone quando ci riferiamo ad essi, parlando o scrivendo. La magia delle parole è evidente nel potere trasmesso da molte delle scritte d'amore che compaiono e sono protagoniste del romanzo "Te lo dico sul muro", poiché alcune trasmettono passione, altre sofferenza, altre ammirazione, ecc., in maniera molto vivida. Per noi appassionati di letteratura, le parole scritte ci consentono di “vedere” su carta stampata la vita e le sue vicende, scoprendo universi infiniti davanti a noi. Lavoro con i giovani e proprio per la capacità della letteratura di arricchire la vita e la mente, consiglio loro di leggere molti libri.