di Ilde Rampino
1) Cosa l’ha spinto a scrivere questo libro?
“Il Fato racconta…” è stato immaginato come un ciclo di quattro libri destinati al pubblico della scuola primaria e secondaria di I grado. Fin da piccolo sono stato affascinato dal mondo mitologico, apprezzando le letture adattate per l’infanzia. Oggi sono un Dirigente Scolastico, ma ho insegnato nella scuola primaria per circa venti anni e in questa mia lunga esperienza ho potuto sperimentare come i racconti mitici appassionassero i miei alunni. Il mio precedente romanzo, “Intrigo sull’Olimpo”, nasceva con l’intento di essere indirizzato a questa fascia di età, poi però ha assunto una visione più ampia. Per questa ragione ho voluto recuperare quello spirito iniziale e rivolgermi con un nuovo racconto ai piccoli e giovani lettori.
2) Quale messaggio intende trasmettere alle generazioni più giovani?
Uno degli obiettivi di questo mio impegno nella rielaborazione dei miti in chiave moderna è quello di riavvicinare i lettori ad un genere, quello della mitologia, privandolo di quell’alone di aulicità e trasfonderlo in un registro meno formale e più adatto ai nostri tempi. Quel sistema valoriale raccontato dagli antichi classici non può essere sovrapposto ai nostri tempi, in quanto risulta essere anacronistico grazie alle conquiste nei diritti fatti dall’uomo nel suo percorso. Tuttavia, credo che possa essere importante anche ripresentare delle figure senza alcun intento didascalico o esemplificativo, ma come testimoni di una esperienza, interpreti di un percorso che hanno abitato.
3) Qual è il ruolo del fato nel percorso della vita e nella conoscenza del mondo?
Nel mio racconto, come nella tradizione mitica, il Fato è una forza primordiale potentissima. Esso è artefice e protagonista delle esistenze di mortali e divini e di tutti gli sviluppi terreni. Nessuna divinità aveva il potere di contrastarlo e doveva sottomettersi al suo volere. Per questa ragione uso il Fato come voce narrante delle storie che presenterò, in qualità di testimone nonché motore delle vicende da lui raccontate. Personalmente sono convinto che le nostre esistenze siano segnate dalle nostre scelte operate grazie al nostro libero arbitrio. Oggi credo che il fato si traduca in forme di superstizione o di una rassegnata passività davanti agli eventi della vita, privandosi della capacità di spingersi sempre verso risultati che migliorino la nostra condizione.